Thursday, March 18, 2010

Hurricane - 1

Era una bella notte, tempestosa e buia. L'aria ghiacciata, con quel classico profumo che sembra bruciato. Il cielo terso, illuminato dallo scintillio delle stelle e della luna piena, splendente, che sembrava una lampadina nel mezzo di una scenografia da presepe.
Le fronde degli alberi danzavano nel vento cercando all'impazzata una direzione, senza mai trovarla, e disegnavano vortici di foglie e fiori nella penombra dell'aria; le loro ombre senza pace si stagliavano sulle corsie delle strade e contro i muri dei palazzi, sterminati blocchi tutti uguali, candidi, lisci e senza balconi.
La station wagon nera, con l'inconfondibile stemma del Comitato stampigliato sul cofano, sfrecciava a pazza velocità lungo la via ghiacciata ed illuminata a tratti dagli alti tralicci filiformi costellati di led colorati, ed i cartelloni 3D delle pubblicità autorizzate trionfavano di luce ad ogni angolo: inviti a votare il candidato di una delle coalizioni fantasma di turno, modelle seminude che sfoggiavano micro-lingerie all'ultimo grido, funzionari commerciali stile Big Jim in doppio petto che - al grido di "Costruisci il tuo futuro!" - consigliavano la stipula di contratti assicurativi super convenienti su cuore e dita.
"Si parla di un uragano in arrivo" - disse Mike con tono angosciato.
"Lo dicono tutti i notiziari da giorni, ma ancora non si è visto quasi niente! Sono le solite sciocchezze del Comitato per far temere il peggio al popolo, sempre e comunque" - rispose Phil, come sempre sicuro di sè. Gli piaceva farsi vedere sempre pronto e preparato su qualunque argomento di discussione, si trattasse di glico-supposte esplosive, di partenogenesi di imenotteri sociali o di alimentazione delle iguane del Madagascar.
"Accidenti a loro... sempre i soliti politicanti, ci spremono fino all'osso, senza mai nessun riconoscimento! Dai che siamo in ritardo, spingi su quell'acceleratore, altrimenti ancora un po' e si spegne tutto e di noi non resterà nulla, nemmeno i ricordi!". Si rivolse verso i sedili posteriori, dove un grande scatolone cubico dalle superfici smaltate brillava di mille luci azzurre e ambrate; sul fondo, una piccola sfera trasparente appoggiata su un treppiede giallo fosforescente luccicava come un sole in miniatura: era la batteria di riserva dell'iper-computer che teneva in vita i mega-server biodinamici nel cubo, milioni di micro componenti dotati di processori autonomi, ma collegati l'uno all'altro, che costituivano il cuore pulsante dell'intelligenza del Comitato. Ne esistevano solo due istanze, due copie identiche, che non dovevano mai viaggiare insieme o stare nello stesso posto nello stesso momento.
"Questa copia" - pensò Mike - "è quella che ci porterà all'illuminazione del Nuovo Mondo, se questo urgano non intralcerà i nostri piani...", e fece una smorfia di compiacimento.
"Non c'è nessun dannato uragano in arrivo... solo vento, ghiaccio, e questo maledetto buio! Non lo sopporto, non ce la faccio più, non sai quanto invidio le nuove generazioni, che non sanno nemmeno che cosa siano il cielo azzurro e il sole!! Almeno loro non potranno mai paragonare il mondo in cui vivono oggi con le belle cose di una volta... meglio non averle mai vissute, beata ignoranza!".

2 comments:

Boccaccio said...

Mi ricordo quell'albero verde dipinto di rosso...

Akira said...

Con la mia calma... eccomi qua a leggere, e già interessato ;) bell'inizio B. ora vado avanti, ma non saprai mai a che pun to sono... (mi sento un po' come il cattivo della spectre!)